Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /623

Dopo tanto girare per siti abbandonati e misteriosi, oggi andiamo in un luogo molto conosciuto dai Romani, il Mandrione. Questa zona, uno scrigno d’epoca, incastonata tra un fascio di strade ferrate, è sempre stata un incontro di culture anche grazie ai tanti locali underground che la costellano.

E proprio grazie a una associazione culturale dal nome accattivante, “Trenta Formiche” che oggi abbiamo il piacere di presentare un murale di tutto rispetto che ci ha emozionato!

Siamo all’attacco di via del Mandrione alla consolare Casilina; qui, pensiamo intorno agli anni sessanta, fu realizzato, sicuramente da un palazzinaro senza scrupoli, un edificio costretto fra via del Mandrione e i binari della linea STEFER che con le sue vetture scalcinate di prima della guerra, portava con una lentezza esasperante, ai limiti della follia, la gente fino a Palestrina, Fiuggi, Alatri; anzi, e di questo ne siamo certi, a inizio novecento la linea in questione, arrivava fino a Frosinone, dove colloquiava con la linea FS. Pensate che ancora adesso, data la posizione sadico-strategica di questo edificio, per accedere ai locali che affacciano su via Casilina, compreso l’ingresso per salire agli appartamenti, è necessario attraversare la massicciata ferroviaria fatta di traversine e pietrisco.

Bene, fortuna ha voluto che nei locali che affacciano invece su via del Mandrione abbia trovato sede l’associazione Trenta Formiche, aderente all’ARCI, che ha fatto sì che sulla parete sovrastante dell’edificio fosse, per l’appunto, realizzato il murale che veniamo a presentare questa sera!

Qualche notizia istituzionale sul pezzo:
-l’autore è Luca Zanni, in arte Zamoc, modenesi di nascita e milanese di formazione artistica;
-titolo dell’opera è “Il suono del tempo“;
-il pezzo presenta un grande specchio che va in mille pezzi sbattendo sul “Torso del Belvedere”, scultura mutilata in marmo antichissima, risale al I secolo a.C., realizzata da Apollonio di Atene, e conservata ai Musei Vaticani.

Ora allontaniamoci un po’ e vediamo il pezzo inserito nell’ambiente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.