Dopo tre mesi esatti tentiamo avidamente di rimettere in moto la nostra macchina da guerra e di conquistare nuove mete che rappresentino lo stato dell’arte, quella ipercontemporanea, nella Città Eterna.
Lo facciamo dopo tre mesi vissuti pericolosamente all’interno di un vero e proprio “annus horribilis” che ci ha investito a partire dal 23 luglio dello scorso anno. Ora, però, finalmente abbiamo forse a disposizione un futuro che ci permetterà di recuperare il tempo perduto e di rendere sempre più grande e avvincente il nostro progetto culturale basato fondamentalmente sull’immortalare, attraverso l’uso smodato della macchina fotografica, la vita di strada: da una parte trovare, catalogare e divulgare l’arte ipercontemporanea (principalmente writing e street art fortemente illegale, quella che scuote il sistema) destinata a deteriorarsi e scomparire rapidamente; dall’altra cogliere l’attimo in cui la gente, a zonzo per la città, si libera di ogni fardello che la opprime nella normale vita di relazione, ed espone la propria anima, sì, proprio su quello stendino (metaforico) che porta appeso al collo. Ecco, proprio questo noi continueremo a farlo, e per noi, e per tutti coloro che ci seguono!
Ed ora passiamo alle immagini registrate proprio questo pomeriggio che riguardano due pezzi apparsi sotto vetro alla fermata del tram di piazzale San Giovanni in Laterano; si tratta di spazi rubati alla pubblicità e restituiti alla poesia. Chi volesse incontrarli, si affretti, siamo in presenza di uso illegale di spazi pubblicitari e qui il sistema è molto attento e, in quattro e quattr’otto, provvederà a rimuoverli, mica sono buche!
Il Collettivo Novecento torna a colpire e questa volta lo fa all’insegna della poesia; Leonardo Crudi, attento alle avanguardie culturali della seconda metà del secolo scorso, ci invita a fare la conoscenza di Carlo Bordini (1935-2020), uno dei poeti più più immersi nella quotidianità, famosa la sua militanza politica, negli anni settanta, nell’area Trotskista. Oltre alle sue splendide “poesie narrative”, scrisse un saggio in occasione della morte di Pier Paolo Pasolini.
L’altro pezzo, di Elia Novecento, dal titolo “Nella notte quando muore la preistoria“, potrebbe essere una copia da linoleografia, una tecnica di stampa che utilizza una matrice in linoleum, successivamente inchiostrata ed utilizzata per stampare su carta, ma questo è solo il nostro pensiero.
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