Proseguiamo il nostro viaggio in compagnia di Dante e Virgilio attraverso l’Inferno; questa sera ci soffermiamo ancora nella settima bolgia dell’ottavo girone, dove abbiamo incontrato i ladri. Il canto è incentrato su un personaggio mitologico, Caco, quello che Ercole uccise perchè gli aveva rubato la mandria che lui aveva sottratto a Gerione.
onde cessar le sue opere biece
sotto la mazza d’Ercule, che forse
gliene diè cento, e non sentì le diece
Caco è descritto come un centauro, con sulla groppa una gran massa di bisce e un drago con le ali aperte che vomita fiamme contro chiunque incontri. Dante colloca qui Caco, giustamente perché nella sua vita mitologica, oltre che assassino fu anche un ladro matricolato, non precisando però il ruolo che lui ha: se sia un demone col compito di infliggere tormenti ai dannati o un peccatore egli stesso.
Poi Dante, come sua abitudine, approfitta per posizionare anche qui diversi personaggi fiorentini, tre ladri matricolati. Ciò che poi Dante descrive è tale da suscitare incredulità nel lettore, ma il poeta è il primo ad avere dubbi nel riferire ciò che ha visto: un serpente a sei piedi si avventa su uno dei tre ladri e gli si aggrappa attorno, aderendo al ventre coi piedi di mezzo e alle braccia con quelli anteriori, mordendo poi entrambe le guance; appoggia i piedi posteriori alle cosce, mettendo la coda in mezzo ad esse e distendendola su per la schiena.
E quel serpente a sei piedi è magistralmente rappresentato da Hoek su questa campana che ci vediamo nei dettagli e che è ubicata in via di Bocce all’altezza del civico 211.
Intanto Hoek, da gran professionista del writing che richiede tempi brevi e mano ferma, ha terminato rapidamente il suoi pezzo il suo pezzo. Ce lo vediamo ora da due posizioni opposte.
Trattandosi di un serpente a sei zampe il soggetto principale del pezzo, ed essendo lungo e posto sulla campana senza soluzione di continuità, dobbiamo farle un giro attorno senza perdere nemmeno un pezzetto del dipinto. Iniziamo il girotondo.
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Nella Divina Commedia, l’abbraccio fra questi due esseri, il serpente e l’anima del dannato danno origine a un essere immondo completamente diverso.
Ogne primaio aspetto ivi era casso:
due e nessun l’imagine perversa
parea; e tal sen gio con lento passo
Per noi il pezzo resta invece come era; tutti coloro che passano, e sono veramente tanti, possono ammirarlo con tranquillità; sia che tratti di gente alla guida di veicoli, di servizio o di piacere……
……….o di gente a piedi……..
…….. o di gente in bicicletta!
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Ah, dimenticavamo, ci sta pure chi si mette in posa!