In Polonia, caduta nelle mani ignobili dei sovranisti stanno accadendo cose molto strane. Forse per distogliere l’opinione pubblica dai grandi problemi che il paese attraversa, dall’emergenza Covid a quella occupazionale e sociale, il sistema punta il dito contro i diversi, le minoranze. E in questo viene prostratamente assecondato dalla chiesa locale che, invece di farsi paladina degli oppressi e degli indifesi, li attacca attribuendo loro danni paragobabili a quelli causati alla nazione polacca dalle occupazioni tedesca prima e sovietica poi.
Sta di fatto che l’arcivescovo di Cracovia, tal Marek Jedraszewski, ha sferrato dall’alto del pulpito un attacco senza precedenti contro la comunità e la cultura LGTB, paragonandola addirittura alla peste nera: “Non esistono più epidemie e piaga rossa, ma ne sta nascendo una nuova, quella alimentata dalla cultura delgi LGTB e delle bandiere arcobaleno, minaccia per i valori e per la solidarietà sociale e familiare della nostra nazione.”
Sul fronte parallelo, quello dell’apparato governativo saldamente nelle mani dei fascio-sovranista di Duda, inizia in maniera molto evidente anche la repressione fisica e la limitazione delle libertà individuali nei confronti dei diversi, di coloro che non si identificano nella identità di genere istituzionalmente voluta dal potere e non si dichiarano apertamente eterosessuali. Un attacco più che esplicito ai diritti delle minoranze sessuali e di genere che mira a sopprimere qualsiasi forma di antagonismo critico. Su questa linea si inquadra l’arresto preventivo di una attivista del mondo LGTB polacco, Margot, colpevole di usare pronomi al femminile finora di appannaggio strettamente maschile, che è stata accusata di aver assaltato un furgone di una becera associazione che intende paragonare la pedofilia all’omosessualità e l’educazione sessuale all’abuso sessuale.
Margot, nel corso dello scorso anno, con altri giovani impegnati nella difesa dei diritti delle minoranze sessuali, hanno fondato il movimento “Stop Bzdurom” per combattere la propaganda omofoba in modo non violento e con la contrapposizione dei colori al nero pensiero degli omofobi, compiendo azioni per coprire, con simboli della resistenza, manifesti ignobili che avvicinavano la pedofilia all’omosessualità.
Orbene, ieri, a Roma, Hogre e Doublewhy_y, due street artist notoriamente impegnati in azioni dirompenti e contro corrente, in generale contro l’ordine costituito, hanno, in maniera provocatoria e come solo loro sanno fare, sbattuto in faccia all’italiano sornione, questa problematica che per ora tocca la Polonia (paese da loro particolarmente amato), ma che domani potrebbe interessare anche gli altri paesi e in particolare il nostro. Hogre e Doublewhy_y, mediante stencil, hanno realizzato nottetempo un pezzo di denuncia della situazione venutasi a creare in Polonia. E indovinate dove lo hanno esposto? Ovviamente sul muro di cinta della Ambasciata di Polonia in Italia, su, ai Parioli.
L’arcivescovo Jedraszewski viene risucchiato da un vero e proprio mare LGTB da dove trasudano tutti i colori dell’arcobaleno, simbolo di pace, prosperità e solidarietà nella differenza. Il tutto sovrastato dal richiamo a “Stop Bzdurom” e il monito “la piaga dell’arcobaleno verrà a prenderti“
Avremmo voluto, come normalmente siamo abituati, inserire il pezzo nell’ambiente. Questa volta ci siamo dovuti fermare prima; una inutile persona ha pensato bene di parcheggiare la proprio automobile di fronte al pezzo, a non più di mezzo metro di distanza; molto probabilmente la cosa era voluta; impedire ai più di non vedere, magari in attesa di arrivare con pennello e vernice.