Ed eccoci al murale al giorno di oggi; quello che presentiamo è un murale particolare! Nel senso che il supporto non è un muro bensì un albero, o meglio quel che resta di un albero, un moncone dentro una buca di un marciapiede di una delle tante strade di questa immensa città; il pezzo poi non è stato realizzato con di bomboletta o pennello, bensì a suon di mazzetta di legno che batte a ritmo forsennato su di uno scalpello da legno. Il risultato però è lo stesso: un pezzo di arte ipercontemporanea di tutto rispetto.
Siamo andati a beccarlo in via Tuscolana, al quartiere Don Bosco, nei pressi della fermata metro Subaugusta; lì, circa una settimana fa, un giovane scultore delle avanguardie artistiche romane, martellando sapientemente ha inciso su quel che resta di un albero che viveva su un marciapiede brulicante di passanti, e che era stato tagliato probabilmente perché (come si dice?) moribondo, una figura umana, che, se non erriamo, rappresenta idealmente un “Remo morente“. Così lo presenta l’artista:
“Remo”
Il fratello del primo re di Roma
-Quando Remo si rese conto che il fratello si era preso gioco di lui, si sdegnò e mentre Romolo scavava il fossato con il quale aveva intenzione di circondare le mura della città, si fece beffa del suo lavoro e cercò di ostacolarlo. Infine varcò il fossato, ma cadde colpito in quello stesso punto.
Tutti coloro che ruotano, per un motivo o per l’altro, intorno al meraviglioso mondo dell’arte ipercontemporanea hanno già individuato l’artista; per gli altri diamo noi un po’ di aiuto; lui è Andrea Gandini e questo è il suo pezzo.
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