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Eccoci alla quinta visita in questo spettacolare museo di arte ipercontemporanea. Si tratta di una fabbrica attiva almeno fino al 2008 dove sembra si fabbricassero componenti elettronici ed elettrici. Secondo il parere di profani quali noi siamo, non resta traccia di quale attività vi si svolgesse; ci sono solo due enormi apparecchiature che hanno tutta l’aria di essere delle robuste presse idrauliche.
Resta invece traccia, e inequivocabile, della attività che vi si è svolta, almeno per un certo periodo, dopo la chiusura ufficiale dello stabilimento; carcasse di automobili, pezzi di lamiera e quant’altro (il tutto visibile da alcuni immagini degli articoli precedenti) fanno pensare che qui arrivassero veicoli di dubbia provenienza che venivano scientificamente sezionati, non si sa per quale scopo.
Ci siamo tornati per l quinta volta allo scopo di documentare la realizzazione di altri pezzi, all’incirca sei, tutti all’altezza qualitativa di quelli che già ci siamo visti nelle puntate precedenti.
E per vedercene uno nuovo, non abbiamo dovuto nemmeno faticare; già lo avevamo intravisto dall’area esterna in cui avevamo parcheggiato la macchina. Infatti dopo una breve sgambata, varcato agevolmente il cancello d’ingresso:
Pochi passi ed ecco!
Un pezzo veramente complesso. La presenza di colori primari puri ci fa pensare che la prossima volta porteremo con noi un bel paio di occhiali tridimensionali.
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Proprio li di fianco c’è una piccola porta, un’entrata secondaria alla grande sala interna. Appena entrati passiamo in una stanza che, a spanne, ci fa pensare a uno spogliatoio; lì ci sono le pareti maiolicate: un invito a nozze per un writer che voglia dare il massimo di sé nel realizzare un pezzo. Infatti qui troviamo due nuove opere; la prima di:
la seconda di:
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Torniamo ora nel salone, perché già entrando avevamo intravisto qualcosa di enorme.
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Continuando nella nostra ricerca, cerchiamo di raggiungere l’area aperta posta posteriormente rispetto all’entrata. Per arrivarci dobbiamo entrare in un altro ambiente; e qui troviamo un altro pezzo (se volete interagire potete scoprire, rivedendo gli articoli precedenti, quale pezzo, li esistente, sia stato sacrificato) di nuova fattura, eccolo.
E ora finalmente eccoci all’esterno.
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TDS e SND, le due Crew attive nel sito
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Infine un po’ di relax; come in ogni altro luogo misterioso che abbiamo visitato, anche qui abbiamo trovato il custode misterioso; di solito, e qui c’è la conferma, si tratta di pupazzi (puppet) fatti dei più disparati materiali che non si riesce proprio a capire come ci siano finiti in questi posti. L’unica certezza che ci sono, stanno lì da tanto tempo (sporchi, mezzi rotti ma con gli occhi luminosi e vigili) e non aspettano altro che andare al centro dell’attenzione.
in posa con Nina e Muge
ecco, mettiamolo qui, così la prossima volta lo ritroviamo