Anche questa sera parliamo di luoghi abbandonati e questa volta andiamo addirittura a visitarne uno nuovo; per la cronaca andiamo nella estrema periferia della città di Roma, zona sud. Questa volta siamo entrati chiedendo permesso alla bella signorina che si è costruita una piccola alcova fra strada e sito, in mezzo a canne locali frammiste a più nobili canne di bambù.
Il sito, un vecchio deposito di prodotti alimentari, centrale di rifornimento una nota catena di supermercati ingloriosamente fallita (o fortemente ridimensionatasi) intorno alla fine del primo decennio di questo secolo, è stato solo di recente scoperto e visitato dalle avanguardie del graffitismo romano e solo ieri, è il caso di dire, ha iniziato ad ambire al ruolo nuovo museo di arte ipercontemporanea con l’arrivo di due pezzi da novanta della produzione artistica ipercontemporanea.
Entriamo nell’area a servizio del vecchio deposito attraverso le pertinenze di un altro edificio, anch’esso abbandonato, di cui ancora non siamo riusciti a capire la funzione che avesse ai tempi del suo periodo attivo; abbiamo notato che c’è una specie di teatro, cinema, oppure una sala briefing di chissà quale multinazionale.
qualcosa ci fa pensare che a breve quello schermo ne vedrà delle belle!
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Passiamo ora rapidamente nell’immenso magazzino meta del nostro viaggio, appena entriamo troviamo pochissimi graffiti, le pareti appaiono tutte bianche.
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Passiamo ora nella seconda sala, ancora più grande, ancora più bianca. Qui sono entrati alcuni giorni fa Orgh e Nina per realizzarvi due loro pezzi che speriamo siano i primi di una lunga serie.
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Sulla parete di un corridoio a cielo aperto fra questi due capannoni, Nina ha trovato tempo e spazio per un pezzo che celebra la Crew TDS
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E ora, prima di andarcene, ricordiamo con la speranza di rientravi a breve per registrare nuovi pezzi, guardiamoci un po’ intorno; anzi per la precisione guardiamo un po’ per terra: c’è un sacco di roba, roba da mangiare, alimenti per bambini, caramelle, bevande per gli adulti, prugne secche per spianare la pancia delle belle signore.