Seconda giornata di visita nella fabbrica abbandonata da noi scoperta di recente. Tempio incontrastato di alcuni writers della Capitale molto quotati, risulta stracolma di pezzi. Il nostro report, quasi esaustivo, ieri ne ha già presentati oltre venti, altrettanti ne passeranno questa sera. I restanti pezzi saranno presentati domani con l’articolo di chiusura della nostra visita.
E anche questa sera apriamo le danze con un pezzo dell’ospite di casa, Robof. In un ambiente marino futurista vivono, sembra felici, delle creature marine robot che somigliano sfacciatamente agli abitanti del mare di oggi, squaletti, cavallucci, granchi, delfini e pesciolini. Ecco il pezzo
E ora spostiamoci nella sala a fianco ed ecco altri due pezzi
Ora saliamo la scala dove abbiamo ieri trovato l’altro visitatore e in un immenso salone, su una altrettanto immensa parete, invasa da scoli di umidità che la rendono unica per impasto di colori intorno al verde, al giallo e al marrone, troviamo uno splendido trittico armoniosamente coniugato dalla stessa sfumatura di colore.
ora ci avviciniamo e, iniziando da sinistra, vediamo più dettagliatamente i tre componenti
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Dobbiamo salire al piano di sopra; strada facendo incontriamo altri pezzi
due pezzi di Mars
Ed eccoci arrivati al piano di sopra; anche qui, complice un immenso salone, ci stanno altri pezzi fuori-misura. Il primo, un doppio esercizio calligrafico con supporto di vari puppet (serpenti e topolini)
Il secondo, altro trittico, sulla tonalità del verde, ci appare completamente immerso in una colata lavica di umidità avente i medesimi colori dei pezzi. Uno stupefacente effetto di fusione rende labile il confine tra l’opera e il caos.
Indecifrabile visto così da lontano; avviciniamoci allora e scorporiamo i componenti