Questa sera scendiamo nei sotterranei di questo immenso edificio circolare; qui molte pareti sono bianche, con evidenti segni di lavori recenti di verniciatura. Quando vi si svolgevano eventi si utilizzava l'”urban art” “per attirare la gente; qualche artista realizzava delle opere estemporanee che facevano poi da cornice alla pubblicità che veniva diramata con ogni mezzo disponibile, in primis il Web. Ecco due pezzi realizzati di recente che hanno fatto da cornice all’ultimo evento, forse Ginnika dell’estate scorsa.
il primo pezzo
inserito nell’ellissoide
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Il pezzo che vedremo ora se ne sta defilato in un angolo di un immenso locale che si stacca dalla rampa, proprio dove essa si perde nel nulla all’incirca tre piani sotto terra. Superarlo senza vederlo è cosa molto facile; solo un attento osservatore riesce a coglierlo, se nel momento in cui abbandona la rampa si vota a guardare dietro di se.
una splendida istantanea di Gomez
nell’ambiente
particolare
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Mentre lasciamo l’ambiente per tornare verso il pianterreno, scorgiamo la firma di uno street artist famosissimo, ma solo la firma. A fianco solo una parete nera, nera come il carbone
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Quando risaliamo al piano terra, una porta ci conduce nel cortiletto interno della Rampa, quello da dove abbiamo, il giorno della presentazione dl primo articolo, abbiamo guardato il cielo dentro una cornice michelangiolesca; lì un lavoro, esasperatamente ripetitivo, avvolge l’intero girone. ecco due immagini:
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Non ci resta ora che salire rapidamente all’ultimo piano e da lì ridiscendere prestando attenzione alle opere che sono state realizzate sulla parete interna della rampa. Questa parete è formata, contrariamente dalla parete esterna di più ampie dimensioni, da piccole nicchie separate da colonne di cemento armato. Lo spazio a disposizione per realizzare le opere è stato molto limitato, quindi, poco writing e più opere figurative. Ecco le prime opere: