Murale al giorno numero 166, ovvero c’era una volta la -1 Art Gallery alla casa delle Architetture, in piazza Manfredo Fanti, Rione Esquilino, a due passi dalla stazione Termini. Come c’era una volta la “Stanza Cinese” di Diamond, una esplosione di rosso ed oro, con qualche lampo di nero incastonati nelle pareti bianche di un locale interrato di quell’imponente edificio che fu l’Acquario Romano costruito intorno allo scadere del diciannovesimo secolo con l’intento di dotare la nascente moderna città di Roma di un edifico che fosse allo stesso tempo una struttura scientifica ed un vero e proprio stabilimento di piscicoltura; ossia si cercò di conciliare il processo economico-produttivo a quello di promozione dell’educazione e della ricreazione dei Romani. L’acquario naufragò presto, e dopo un lungo periodo di abbandono ha trovato nuovo splendore divenendo la sede dell’Ordine degli Architetti Romani.
Dell’immenso murale che inizialmente Diamond aveva esteso per tutte le superfici di quella stanza dalla volta a botte (ridotta ahimè ad una sorta di magazzino), non resta che una parete nella quale è incastonata la porta di entrata; il resto è stato ricoperto con una generosa passata di bianco che però lascia trasparire qua e là i volti che popolavano il dipinto.
Ecco a voi ciò che resta:
la parete superstite che descrive una Cina classica popolata da demoni e dragoni
i volti, ormai evanescenti, di moderne modelle cinesi