Il giorno della Befana ci siamo recati nuovamente al Red Lab; due artisti, Aladin e Gojo, stavano realizzando altri due murales in quello che, senza ombra di dubbio, è diventato uno dei santuari della street art romana. Il primo Aladin che già ha firmato in questa realtà un’opera magistrale (vedasi gli articoli dei giorni 1, 3 e 7 novembre 2014), dipinge sul muro esterno del Red Lab, sulla facciata che si mostra su piazza del Quarticciolo, una fresca scena di candido amore ribelle tra due giovani nei quali si possono facilmente identificare tutti coloro che sono animati di spirito rivoluzionario e di voglia di giustizia sociale.
Seguiamo Aladin nel suo breve ma intenso lavoro pittorico, dalla prima pennellata all’atto finale del completamento dell’opera…….
con la sicurezza che gli è propria Aladin traccia, senza alcun riferimento ambientale, ampie pennellate che danno forma ai due ragazzi incappucciati….
con l’aumentare della massa nera, sapientemente distribuita, le teste dei due ragazzi assumono tridimensionalità…….
è la volta dei corpi teneramente legati in un delicato abbraccio…………….
e all’imbrunire, sotto l’invadenza di un giallo lampione stradale, appare l’opera “amore ribelle” donata dall’artista al Red Lab!
La seconda opera è quella dipinta dallo street artist Gojo (di lui abbiamo trattato approfonditamente nell’articolo “Hic sunt leones” del 6 novenbre 2014); per lui era stato riservato un posto di prima fila all’interno della struttura; si sarebbe cimentato nella realizzazione di un’immagine allegorica dedicata al personaggio più famoso del “Quarticciolo” e, secondo il nostro parere, uno dei più grandi personaggi della Resistenza Romana contro il Nazifascismo, talmente grande da far paura anche a coloro che hanno governato dopo il fascismo al punto da falsificare la storia cercando di farlo passare per un piccolo malfattore dedito al furto ed altri reati. Avrete sicuramente capito a chi ci riferiamo, al “Gobbo del Quarticciolo”, al secolo Giuseppe Albano, emigrante dalla Calabria, che, operando autonomamente con la sua piccola formazione partigiana diede del filo da torcere ai tedeschi ed ai collaborazionisti fascisti; famose le sue azioni di lotta a Porta S.Paolo e all’Esquilino, gli assalti ai convogli ferroviari nei giorni immediatamente successivi all’8 settembre 1943; da non dimenticare poi che guidò numerosi assalti ai forni per distribuire pane e farina alla popolazione che letteralmente moriva di fame. Divenne così pericoloso che, piochè era facilmente riconoscibile a causa della sua menomazione, una scifosi contratta a seguito di una brutta caduta da bambino, il comando tedesco ad un certo punto ordinò l’arresto di tutti i gobbi di Roma. L’azione più famosa fu però quella compiuto a pasquetta del ’44 quando uccise, con l’aiuto della sua banda, tre soldati nazisti in un’osteria del Quadraro; azione che diede l’alibi ai nazifascisti per compiere il famoso rastrellamento del Quadraro nel corso del quale furono catturati 947 cittadini che furono successivamente condotti nei campi di concentramento. A guerra terminata meno della metà di quei poveri sventurati fece ritorno a casa. L’attività di Giuseppe Albano non terminò con la sconfitta dei nazifascisti; nei giorni immediatamente seguenti la liberazione di Roma continuò con gli espropri proletari in favore degli affamati abitanti delle borgate romane; collaborò con l’esercito per catturare i torturatori di via Tasso e partecipò alla cattura di ex militanti del partito fascista. L’attività del suo gruppo, si concentrò poi a condurre espropri e rapine ai danni degli arricchiti della borsa nera e degli ex-fascisti, redistribuendo il maltolto alla popolazione affamata. Molti dubbi ci sono tutt’oggi sulla fine di questo ragazzo, simbolo rivoluzionario antifascista; morì ucciso all’interno di un palazzo in via Fornovo durante un conflitto a fuoco con i Carabinieri, ma non mancano le voci che attribuiscono la sua morte ad una cellula partigiana impazzita mentre una inchiesta indipendente del 1945 mette in risalto che fu ucciso da una ex spia dei tedeschi. Noi ci associamo allo street artist Gojo e vogliamo ricordarlo per quelle che è stato: un combattente per la libertà che non esitava a mettere a repentaglio la propria vita per assaltare i forni e distribuire pane e farina alla popolazione affamata.
la preparazione del fondo con l’aiuto di una giovane artista che……….. lascia il segno
l’opera
due particolari: farina e pane