Le Campane di Cinecittà – 9

Dopo la veloce escursione a Garbatella, torniamo rapidamente Cinecittà per gustarci la nona campana per la raccolta differenziata del vetro, affrescata dal duo le Molecole. Siamo quasi sulla dirittura di arrivo del progetto, ma abbiamo ancora due volate da fare prima dell’arrivo sotto lo striscione.

Il film di questa sera è Riso Amaro, diretto da Giuseppe De Santis, un vero dramma all’italiana, fatto di colpi di scena e di un finale strappalacrime.

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Ai margini di una trama legata a una storia torbida che sfocerà alla fine in un tentativo di furto di un cospicuo quantitativo di riso, facciamo la conoscenza delle risaie del Vercellese e delle Mondine, le lavoratrici stagionali che, nella prima metà del secolo scorso, e anche dopo, vivevano per mesi con le gambe a mollo per piantare il riso nei campi allagati delle risaie.

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Si avvertono nel film i rumori dell’Italia del primo dopoguerra, quando, nel faticoso sforzo di ricostruire una società laboriosa e ricca allo stesso tempo, iniziavano ad emergere le prime rivendicazioni socio-salariali dei lavoratori italiani; qui si assiste alla organizzazione dal nulla della lotta rivendicativa delle mondine irregolari, quelle senza contratto di lavoro, che inizialmente vedono contrapporsi loro le cosiddette “regolari” in una pressoché lotta tra poveri.

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Come detto il film si chiude drammaticamente in un omicidio-suicidio; Silvana, coinvolta attivamente, a sua insaputa, nel furto del riso con diversi camion, spara a Walter e poi si suicida gettandosi dalla torre che era stata edificata per il ballo finale per festeggiare la fine del lavoro.

La scena finale si sviluppa in una vera e propria passerella di mondine che spargono pugni di riso su Silvana ricoprendola totalmente.

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